Nonostante le fonti siano molto scarne ed incomplete raccontiamo di un'altra perla “dimenticata”, il Borgo Raju, nato ai tempi della riforma agraria tra il 1940 e il 1950 e ubicato in una frazione a monte di Fondachelli Fantina: il Borgo quando era abitato contava cinquecento abitanti. A causa di una violenta alluvione avvenuta nella giornata del 31 Dicembre 1972, e causata dall’ esondazione del torrente Fantina, gli abitanti furono costretti a lasciare le loro case ed essere trasferiti successivamente nei paesi limitrofi di Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, Rodì Milici, Trappitello e Novara di Sicilia. La parte bassa del paese subì gravissimi danni e ci furono anche delle vittime. Il borgo, viveva prevalentemente di agricoltura e pastorizia, ed erano ubicate anche numerose botteghe artigiane per la lavorazione del legno e la produzione di vino e olio d'oliva visti i frantoi e i palmenti che erano presenti nelle parti basse delle case. Le case attualmente sono tutte aperte e visibili e, purtroppo, in un completo stato di abbandono.
Una rarissima foto del Borgo di Rajù con i suoi abitanti in un momento di festa
Chiamata anticamente Canneto, il nome di Fondachelli deriva da un fondaco, nome con il quale era indicato il quartiere Chiesa. Il fondaco era un edificio (o un complesso di edifici) di origine medievale, che nelle città di mare svolgeva funzioni di magazzino e, spesso, anche di alloggio per i mercanti stranieri. Il centro, formato da diversi casali sparsi, seguì le vicende storiche di Novara di Sicilia, appartenente alla famiglia Palizzi fino al 1353 e successivamente ai Gioeni. Durante la dominazione Svevo - Normanna diverse famiglie provenienti dall'Italia settentrionale si stabilirono nel territorio, e traccia della loro permanenza si rinviene nel dialetto Gallo- Italico che ancora si parla nel paese.
Una delle stradine del borgo Rajù ancora percorribili
Il territorio del Comune di Fondachelli Fantina è stato soggetto nei secoli a profondi mutamenti, dovuti all’azione continua delle alluvioni, che hanno creato conseguenze spesso tragiche e devastanti. L’alluvione del 1880, dopo tredici giorni di pioggia continua, fece scomparire intere borgate, e già da allora si capì che l’unico rimedio era il rimboschimento, invece si continuò a disboscare i terreni per far posto ad aree da seminare, specie nelle terre erte e a pendio. La situazione peggiorò sempre più col succedersi di altre alluvioni, fin quando col sopraggiungere dell’Autonomia amministrativa da Novara di Sicilia, avvenuta il 20 giugno del 1950, le frazioni di Fondachelli e di Fantina ebbero la possibilità di poter fare uso dei poteri legislativi e dei mezzi finanziari, grazie anche all’aiuto della Cassa per il Mezzogiorno, per mettere un freno al degrado del territorio, con opere di rimboschimento e contenimento, iniziando e realizzando varie opere pubbliche.
Scorcio dell'abitato del Borgo Rajù
Gravi danni al territorio furono causati anche dalla attività mineraria sviluppatasi tra il 1720 e il 1880, che contava ventisei miniere sparse nel territorio di Fondachelli e di Fantina. Le miniere richiedevano molto legname per sostenere le volte delle gallerie; questi tunnel sotterranei indebolivano peraltro la stabilità dei terreni. Più le montagne venivano degradate e più aumentava la pericolosità del torrente Patrì. Molto è stato fatto ma di fronte all’ampiezza del dissesto ambientale, gli interventi sono ancora insufficienti. Sono stati gli anni ’50 anni di rinascita , di risveglio dopo anni di abbandono e povertà. Così sorsero strade che mettevano in comunicazione i vari quartieri, furono costruite case e acquedotti. La popolazione arrivò a circa 3700 abitanti, ma già nel 1951 un’alluvione danneggiò bastioni, orti e case, e un altro nel ’58 sotterrò anche un mulino e alcune case di Ruzzolino, vicino alla fiumara.
Scorcio dell'abitato del Borgo Rajù
La furia del torrente e del nubifragio ha colpito ancora venti anni dopo con l’alluvione del Dicembre 1972, quando una valanga di acqua, fango, detriti e grossi massi, ruppe argini, case, sconvolse gli orti e seminò anche la morte; ci furono quattro morti, tanto spavento, l’esodo di circa seicento persone e il completo spopolamento della frazione Rajù, la più colpita. Frane, smottamenti e straripamenti hanno continuato a colpire sempre in maniera imprevedibile posti diversi della vallata ed oggi i quartieri abbandonati sono tanti: Pernina, Masseria, Baghigno Dodaro, Sant’Antonio, Belardo e Serro Ruzzolino dei quali indagheremo nei prossimi articoli.
Fonti: Comune di Fondachelli Fantina (sito istituzionale) - Tuttitalia.it - Paesionline.it
Le foto sono estratte da contenuti youtube consultabili integralmente e liberamente ai seguenti link:
https://www.youtube.com/watch?v=7VcE4eD9VLk
https://www.youtube.com/watch?v=v6Or3GkeSws