Il fascino dello Stretto di Messina e la sua storia raccontata attraverso i secoli, il mito, la ricerca, lo studio e la bellezza di questi luoghi hanno finalmente trovato un punto d'incontro, un crocevia immaginario cosi come Messina per millenni è stato il crocevia del Mediterraneo per interi popoli e dominazioni. E' nato così, il "Centro di documentazione sulle tradizioni marinare dello Stretto di Messina nel corso dei secoli", voluto fortemente dal Dott. Franz Riccobono e dall'Associazione Amici del Museo di Messina, con la collaborazione dell'Istituto Italiano dei Castelli sez. di Messina, attraverso una meritoria iniziativa didattico/culturale che persegue l’obiettivo di raccogliere in un unico sito e mettere a disposizione dei fruitori una documentazione articolata sulle tradizioni e le specificità delle attività marinare nell’area dello Stretto di Messina ed in particolare nell’ambito della Zona Falcata.
L’interesse per la cartografia dello stretto, e quindi la raccolta della relativa documentazione nasce molti anni addietro quando con il compianto naturalista Adolfo Berdar, supportato dall’esperienza consolidata e specifica del Prof. Aldo G. Segre, Direttore dell’Istituto di Geologia, Geografia e Oceanografia presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Messina, furono condotte le ricerche che portarono alla pubblicazione nel 1986, dell’ormai classico “Le Meraviglie dello Stretto di Messina”, e sin da allora si andò consolidando l’idea di un archivio cartografico di quest’area. Resta sorprendente come nel corso dei secoli lo Stretto sia stato preso in considerazione da studiosi d’ogni regione d’europa. Del resto, i fenomeni, che ancora oggi si possono osservare nelle nostre acque, erano già noti ai tempi di Omero, come pure è nota l’attenzione dei redattori di carte nautiche che in epoca medievale e rinascimentale operarono nella nostra Città, e pare, proprio presso il Monastero del SS. Salvatore, spazio oggi occupato dal Castello omonimo.
Circostanze queste che sottolineano il ruolo certamente non breve avuto nei secoli dal nostro porto e dalla marineria peloritana la cui fama riecheggia nei nomi di famiglie quali gli Oliva o i Martinez o del grande esploratore Pietro Rombulo. E’ bene qui ricordare che la marineria Messinese ebbe per secoli un proprio vessillo costituito dall’aquila bicipite nera in campo bianco, circostanza questa che fa della nostra Città una sorta di, sia pur negletta, Repubblica Marinara. Se poi a tanta mitologia navale aggiungiamo le obiettive difficoltà di navigazione derivanti dalle correnti dello stretto, si comprende la cospicua e variegata produzione correlata alle nostre acque.
Nello specifico, risulta sorprendente la meticolosità dell’opera di Pietro Ribaud che, in dodici tavole allegate al suo “Trattato teorico, pratico, istorico sulle correnti ed altre particolarità e fenomeni ch hanno luogo nel canale di Messina”, stampato a Napoli nel 1826, ci da testimonianza del livello raggiunto dagli studi oceanografici nel Regno delle due Sicilie. L’idea di proporre una campionatura di quanto stampato tra cinquecento e novecento, circa la rappresentazione del territorio Calabro – Siculo che comprende e comprime in un breve corridoio le acque, qui dividendo in maniera mobile lo Jonio dal tirreno, dà modo di rileggere tanti miti del nostro mare da Scilla e Cariddi, alla falce di Kronos, a Colapesce, o il miracoloso attraversamento dello stretto a bordo del suo mantello di San Francesco di Paola, fino agli studi scientifici anticipati da Ribaud, confermando il fascino insuperato di queste acque. Gli argomenti principali sui quali ruota l’intera raccolta riguardano la mitologia, l’oceanografia, gli eventi storici, la portualità, la cantieristica e quant’altro abbia caratterizzato la vita sul mare. Il percorso museale prevede le seguenti sezioni:
- Miti dello Stretto e devozione Religiosa;
- Cartografia: (Portolani, carte oceanografiche, correnti marine, vedute del Porto e dell’area dello Stretto);
- Bibliografia tematica;
- Specificità della pesca nello Stretto: (caccia al pescespada, pesca della spatola, pesca della mola, del tonno, le borgate dei pescatori, ecc.);
- Tradizione navale militare dalle guerre puniche alla seconda guerra mondiale: (Crociate – Lepanto – Marineria Borbonica – Difesa Marittima – Marisicilia).
Di ogni sezione si dispone sin d’ora di numerosi reperti, sia documentali che iconografici, che potranno essere integrati con ulteriori contributi. La sede attuale del Centro di Documentazione, grazie all'ospitalità del Comando di Marisuplog Messina della Marina Militare, si trova all’interno dell’area restaurata del Castello del S.S. Salvatore ed in particolare nella saletta al piano rialzato posta all’ingresso lato sinistro del Forte Campana.
Fonte: Associazione amici del museo di Messina
Foto di proprietà dell'autore