Ammirato dai colli S. Rizzo, lo Stretto di Messina è uno spettacolo di incomparabile bellezza. La Città, con il porto naturale fra i più sicuri fin dall’antichità, adagiata a guisa di anfiteatro sulle falde dei peloritani, offre angoli di visuale fra i più suggestivi del mondo. Sullo sfondo, la costa calabra col massiccio dell’Aspromonte che si protende fino a Punta Pezzo separata da meno di tre chilometri di mare da Punta Faro (o Capo Peloro), che è l’estrema propaggine della Sicilia nord orientale. La striscia di mare che separa l’isola dal continente è luogo di transito per la maggior parte del naviglio che solca il mediterraneo nonché di una fauna ittica assai varia con esemplari inconsueti nei nostri mari.
Ciò si deve principalmente al fatto che questa marina è spesso seguita per le migrazioni dei pesci e che il fondo abissale dello stretto pullula di organismi atti all’alimentazione della popolazione acquatica. Famosa fra tutte è qui la pesca del pescespada che viene praticata nei mesi estivi quando lo stretto è attraversato da questo tipo di pesce assai apprezzato per la bontà delle sue carni. La pesca del pescespada è tutt’oggi praticata secondo le più antiche tradizioni: le grosse barche - dette feluche – (all’uopo attrezzate con un traliccio alto una ventina di metri, sul quale prende posto la vedetta, e una lunga passerella sporgente dalla prua, all’estremità della quale sta il fiocinatore) incrociano da mattina a sera le acque dello stretto alla ricerca del pescespada.
Avvistatolo, si pongono all’inseguimento (un tempo le barche erano spinte a forza di remi) avvicinandosi alla preda fino a portarsi alla giusta distanza in cui il fiocinatore può lanciare a mano l’arpione e colpire il pescespada. Altra peculiarità dello stretto è la cosiddetta “Fata Morgana”, un fenomeno abbastanza raro, che si verifica sulle coste calabresi e siciliane nelle ore più afose dei giorni estivi, che consiste in una sorta di riverbero della luce tale da far apparire la costa dell’una e dell’altra sponda librata in aria in un susseguirsi di immagini surreali.