Un viaggio affascinante tra le testimonianze cinquecentesche delle mura che un tempo facevano parte della fortificazione permanente della Città di Messina voluta dall'Imperatore Carlo V in un filmato curato dal dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità siciliana e dalla Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Messina.
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Concepito secondo i più aggiornati indirizzi museografici, il Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, attivo dal 1996 si configura come un’esperienza esemplare per la conservazione e la fruizione di una porzione significativa del patrimonio di cultura di tradizione orale siciliana. Il Museo, attraverso una collezione unica nel suo genere, ricostruisce la lunga storia dello strumentario musicale popolare, ordinato secondo le famiglie degli strumenti musicali come gli aerofoni (flauti, clarinetti, zampogne), i cordofoni (mandolini, chitarre, violini), i membranofoni (tamburi, tamburelli) e gli idiofoni (scacciapensieri, traccole).
Con il supporto di un ricco apparato iconografico, di schede didattico-informative e di supporti video, il percorso espositivo evidenzia i caratteri tipici di ogni strumento, ovvero le occasioni d’uso, le funzioni cerimoniali ad esso correlate, le modalità di costruzione e le tecniche di accordatura. Accanto agli oltre 350 strumenti musicali e da suono che fanno parte dell’originale collezione museale è possibile osservare anche oggetti agro-pastorali, quali utensili di lavoro, manufatti lignei d’uso quotidiano, costumi cerimoniali, che rappresentavano i segni di quella cultura materiale e di comunicazione interpersonale nella quale si collocavano i “produttori di suono”. Il suggestivo viaggio tra i suoni strumentali della tradizione, che si sviluppa in quattro sale, propone anche uno spazio multimediale di approfondimento e una sala di animazione musicale.
MUSEO DELLA CULTURA E DELLA MUSICA POPOLARE DEI PELORITANI
VILLAGGIO GESSO - MESSINA
Aperto tutte le domeniche: ore 10:00/12:30 - 16:30/19:30
nei giorni infrasettimanali: visite didattiche guidate su prenotazione
info: 090 53045 - 338 8565063
http://www.museomusicapeloritani.it
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Il fascino dello Stretto di Messina e la sua storia raccontata attraverso i secoli, il mito, la ricerca, lo studio e la bellezza di questi luoghi hanno finalmente trovato un punto d'incontro, un crocevia immaginario cosi come Messina per millenni è stato il crocevia del Mediterraneo per interi popoli e dominazioni. E' nato così, il "Centro di documentazione sulle tradizioni marinare dello Stretto di Messina nel corso dei secoli", voluto fortemente dal Dott. Franz Riccobono e dall'Associazione Amici del Museo di Messina, con la collaborazione dell'Istituto Italiano dei Castelli sez. di Messina, attraverso una meritoria iniziativa didattico/culturale che persegue l’obiettivo di raccogliere in un unico sito e mettere a disposizione dei fruitori una documentazione articolata sulle tradizioni e le specificità delle attività marinare nell’area dello Stretto di Messina ed in particolare nell’ambito della Zona Falcata.
L’interesse per la cartografia dello stretto, e quindi la raccolta della relativa documentazione nasce molti anni addietro quando con il compianto naturalista Adolfo Berdar, supportato dall’esperienza consolidata e specifica del Prof. Aldo G. Segre, Direttore dell’Istituto di Geologia, Geografia e Oceanografia presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Messina, furono condotte le ricerche che portarono alla pubblicazione nel 1986, dell’ormai classico “Le Meraviglie dello Stretto di Messina”, e sin da allora si andò consolidando l’idea di un archivio cartografico di quest’area. Resta sorprendente come nel corso dei secoli lo Stretto sia stato preso in considerazione da studiosi d’ogni regione d’europa. Del resto, i fenomeni, che ancora oggi si possono osservare nelle nostre acque, erano già noti ai tempi di Omero, come pure è nota l’attenzione dei redattori di carte nautiche che in epoca medievale e rinascimentale operarono nella nostra Città, e pare, proprio presso il Monastero del SS. Salvatore, spazio oggi occupato dal Castello omonimo.
Circostanze queste che sottolineano il ruolo certamente non breve avuto nei secoli dal nostro porto e dalla marineria peloritana la cui fama riecheggia nei nomi di famiglie quali gli Oliva o i Martinez o del grande esploratore Pietro Rombulo. E’ bene qui ricordare che la marineria Messinese ebbe per secoli un proprio vessillo costituito dall’aquila bicipite nera in campo bianco, circostanza questa che fa della nostra Città una sorta di, sia pur negletta, Repubblica Marinara. Se poi a tanta mitologia navale aggiungiamo le obiettive difficoltà di navigazione derivanti dalle correnti dello stretto, si comprende la cospicua e variegata produzione correlata alle nostre acque.
Nello specifico, risulta sorprendente la meticolosità dell’opera di Pietro Ribaud che, in dodici tavole allegate al suo “Trattato teorico, pratico, istorico sulle correnti ed altre particolarità e fenomeni ch hanno luogo nel canale di Messina”, stampato a Napoli nel 1826, ci da testimonianza del livello raggiunto dagli studi oceanografici nel Regno delle due Sicilie. L’idea di proporre una campionatura di quanto stampato tra cinquecento e novecento, circa la rappresentazione del territorio Calabro – Siculo che comprende e comprime in un breve corridoio le acque, qui dividendo in maniera mobile lo Jonio dal tirreno, dà modo di rileggere tanti miti del nostro mare da Scilla e Cariddi, alla falce di Kronos, a Colapesce, o il miracoloso attraversamento dello stretto a bordo del suo mantello di San Francesco di Paola, fino agli studi scientifici anticipati da Ribaud, confermando il fascino insuperato di queste acque. Gli argomenti principali sui quali ruota l’intera raccolta riguardano la mitologia, l’oceanografia, gli eventi storici, la portualità, la cantieristica e quant’altro abbia caratterizzato la vita sul mare. Il percorso museale prevede le seguenti sezioni:
Di ogni sezione si dispone sin d’ora di numerosi reperti, sia documentali che iconografici, che potranno essere integrati con ulteriori contributi. La sede attuale del Centro di Documentazione, grazie all'ospitalità del Comando di Marisuplog Messina della Marina Militare, si trova all’interno dell’area restaurata del Castello del S.S. Salvatore ed in particolare nella saletta al piano rialzato posta all’ingresso lato sinistro del Forte Campana.
Fonte: Associazione amici del museo di Messina
Foto di proprietà dell'autore
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Il passato di Messina rivive, più che nei monumenti, purtroppo cancellati in gran parte da terremoti e guerre, nelle feste tradizionali. Fra queste, la più famosa è quella della Madonna Assunta che si celebra il 15 Agosto di ogni anno con la solenne processione della "Vara", solenne per la grandezza dello spirito che anima la festa e per lo sconfinato amore che il popolo di Messina profonde nel parteciparvi. La festa ha origini antichissime che risalgono al periodo Normanno, quando la Vara era costituita dalla sola statua della Madonna. Fu nel 1535, in occasione dei festeggiamenti per il trionfale ingresso di Carlo V a Messina, che fu costruita la "grande machina" della Vara opera dell'architetto Radese, dalla quale deriva l'attuale apparato festivo. Il Carro dell'Assunta narra simbolicamente la salita al cielo di Maria in anima e corpo, in un progressivo trionfo celebrato da angeli, cherubini e serafini come si puo' evincere dalle opere dei grandi maestri del passato ma anche provenienti dai resoconti dei viaggiatori del Grand Tour (XVIII - XIX sec.) Una tradizione plurisecolare, che unita a quella dei due colossi, Mata e Grifone, è possibile rivivere all'interno della mostra permanente della Vara e dei Giganti allestita nelle sale espositive del Municipio di Messina grazie alla sinergia tra pubblico e privati, tra Amministratori e Cittadini, concretamente devoti alla Protettrice di Messina e legati alle antiche e nobili tradizioni della Città. Oltre al Comune di Messina, la mostra è stata fortemente voluta dal Comitato Vara con il supporto dell'Associazione Amici del Museo di Messina. La Mostra comprende antiche raffigurazioni dell'Assunta, del carro trionfale Messinese, come pure dei due Giganti. Sono opere prodotte in loco insieme ad antiche incisioni di provenienza estera, a riprova dell'attenzione che l'intera Europa riservava alle celebrazioni del nostro "Mezzagosto", i cui apparati celebrativi e la partecipazione popolare suscitano, ancor oggi, emozione, stupore e devozione.
La mostra è visitabile tutti i giorni, in base ai seguenti orari:
Lunedi : 8.30-13.00
Martedi : 8.30-13.00 14.30 - 16.30
Mercoledi : 8.30-13.00
Giovedi : 8.30-13.00 14.30-16.30
Venerdi : 8.30-13.00
MOSTRA PERMANENTE VARA E GIGANTI, Via Consolato del Mare 6, 98122 Messina
per informazioni e prenotazioni: Tel. 090 368 9711
Pagina Facebook: COMITATO VARA DI MARIA SS. ASSUNTA - MESSINA
Associazione Amici del Museo di Messina
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