Giornata culturale in uno dei piccoli centri della nostra provincia, e in generale dell'intero territorio nazionale. Il Castello di Rufo Ruffo, di Scaletta Zanclea, rappresenta un ennesimo spaccato di questa nostra terra, un po' troppo dimenticata e poco valorizzata, se non in occasione di feste e sagre paesane, e anche in quelle circostanze il pensiero corre maggiormente a soddisfare i piaceri della gola, piuttosto che arricchire il desiderio di accrescimento culturale che dovrebbe essere abbastanza naturale; ma si sa se non c'è divertimento non c'è arricchimento....e questo da ambo le parti. Ma torniamo al Castello l'impressione che si ha entrando all'interno degli ambienti è quasi sacrale, il varcare la soglia di certi locali mette addosso una duplice sensazione di sgomento e di meraviglia...la meraviglia consiste nel vedere come la volontà dell'uomo ha saputo vincere le insidie della natura, nel costruire simili opere sulle cime di poggi abbastanza impervi... vengono alla memoria taluni castelli bavaresi, alcuni costruiti in posti talmente impossibili da essere denominati non a caso nidi d'aquila; ed è meraviglioso constatare come a distanza di secoli simili architetture sfidano ancora il tempo, mentre opere di recente costruzione si disfano come castelli di sabbia costruiti sulla battigia.... per contro lo sgomento che assale è il soffermarsi per un istante a pensare, guardando il panorama d'attorno, quante morti ha visto passare ai suoi piedi, mi riferisco naturalmente alle lotte che si sono tenute da eserciti e nazioni che non ponevano tempo, e uomini in mezzo per conquistare un piccolo pezzo di territorio determinante per la tenuta di un regno.
Nella fattura dell'opera coesistono stili diversi perché diverse furono le dominazioni e ogni nuova presa, apportava al contesto nuovi ampliamenti e nuove stilizzazioni, quali "firma" della cultura dell'epoca; ma in una struttura del genere coesistono amabilmente sia lo stile romanico come dedotto dall'arco della "porta d'accesso, sia lo stile normanno caratterizzato dalle finestre a bifora che si stagliano sul fronte principale; l'aggiunta della colonnina tortile evidenzia tuttavia che sebbene la natura dell'opera fosse di stampo difensivo, va ricordato che ogni maniero o anche una semplice casa forte serviva a difendere il feudo cui dipendevano i suoi abitanti, uno stile aggraziato faceva del suo proprietario un uomo non privo di cultura e modi gentili.
Al suo interno, in ambienti ristrutturati e dal carattere museale trova collocazione una piccola, ma di spessore, raccolta di armi e documenti appartenenti ai signori che tennero la baronia dei siculi feudi, nella sala d'ingresso, che definirei propriamente sala degli scudi (naturalmente non riconducibili alle epoche storiche) si può ammirare una ricca documentazione iconografica, consistente in riproduzioni cartografiche d'epoca e appunto scudi con le insegne dei feudi.Ebbene concludendo queste brevi note del tutto personali, ritengo che in questo dovrebbe consistere la tutela e la divulgazione della memoria storica del nostro passato, preservarne le vestigia per le future generazioni che nulla di concreto sanno, ma che hanno il diritto (nonché il dovere) di apprendere e divulgare al fine di costruire un mondo appena migliore.
Entrata del Castello
Panorama del Borgo
Foto di Pasquale Camera