Notizie risalenti all’epoca medievale ci segnalano che ai tempi di Federico II d’Aragona, il feudo di San Martino era formato da cinque casali: S. Anna, Grippani, Ricoli, Partiniti a Floccari, ed apparteneva al messinese Francesco Romeo, cui successe il figlio Raimondo, il quale nell’ottobre 1342 sotto il regno di re Ludovico, aderì alla congiura dei feudatari Messinesi contro la Corona e per la sua fedeltà a Matteo Patizzi, fu privato del feudo e condannato a morte. Il feudo, tornato al regio patrimonio fu poi venduto, per la somma di 40 onze al giudice Francesco Spina che ne ricevette l’investitura l’11 luglio del 1343. Alla morte di Francesco Spina il feudo di San Martino fu trasmesso alla figlia Costanza la quale aveva sposato Rinaldo Lancia, da cui era nato, Francesco, che ereditò il feudo il 10 ottobre 1353. Morto Francesco Lancia, il feudo di S. Martino passò al figlio Rinaldo II, con l’obbligo del servizio militare.
Intanto, il vicino feudo di Venetico, cha era appartenuto alla famiglia Aldoino estintasi senza eredi era stato incamerato dalla real corte a venduto da Re Alfonso d’Aragona a Corrado Spadafora il quale, alla sua morte trasmise al figlio Federico il feudo di Venetico che nel frattempo era stato elavato a Baronia. Federico Spadafora, a sua volta il 2 marzo 1459, acquistò da Rinaldo II Lancia il feudo di San Martino con tutte le sue pertinenze, pagandolo 266 onze. Con Federico Spadafora, i due feudi di San Martino e di Venetico unirono la loro storia sotto la signoria dalla famiglia Spadafora che resse per circa quattro secoli. L’area di questi due feudi comprendeva anche la zona costiera ove sorge l’attuale abitato di Spadafora, che in quell’epoca era quasi dal tutto deserta. Il pericolo delle incursioni piratesche, che per molti secoli sconsigliò la frequentazione della costa un po’ in tutta la Sicilia non impedì tuttavia che la spiaggia di Spadafora fosse utilizzata come caricatoio di merci. Esisteva in questo luogo un antico fondaco che veniva utilizzato dai centri collinari di S. Martino, Venetico e Rometta. Alla fine del Cinquecento, Camillo Camilliani, nella sua descrizione delle costa della Sicilia descrive e disegna il fondaco di Spadafora con la sua torre e propone di inserirlo nel sistema della torri di avvistamento costiero. Sulla spiaggia di Spadafora per lungo tempo si effettuò il carico e lo scarico di merci che via mare partivano e arrivavano da Milazzo a Messina, e qui, intorno alla fine del XVI secolo fu costruito il primo nucleo del castello palazzo di proprietà della famiglia Spadafora, forse addirittura su quella che fu la torre del fondaco. L’edificio, nel tempo ha subito vari restauri e rimodellamenti che lo hanno portato ad assumere sempre più le caratteristiche di palazzo, al quale sono state aggiunte le caratteristiche quattro speronature angolari sormontate da garitte, che gli danno l’aspetto di castello. Nella seconda metà del Settecento, per volere di Gualtiero Spadafora, si cominciò a popolare il territorio circostante il castello, davanti al quale passava anche la strada che conduceva a Messina, la quale con il passare del tempo è stata il volano che ha consentito lo sviluppo demografico di Spadafora che nell’Ottocento acquistò una certa importanza anche amministrativa diventando Comune che comprendeva anche San Martino, sede della Dogana e dell’Officina di Posta alla quale facevano capo tutti i paesi dei dintorni. Il territorio di Spadafora si suddivide in tre importanti zone: quella lungo la costa, popolata in gran parte da pescatori; la zona centrale, comprendente la piazza V. Emanuele III, il bronzeo monumento ai caduti, il Municipio e soprattutto il castello medievale; la terza zona denominata "Arcipretato" che si estende nella parte periferica del paese. Spadafora si presenta oggi come una ridente cittadina situata tra la collina ed il mare. Questo particolare vantaggio le consente di trarre profitto dall' attività peschereccia e dalla coltivazione delle viti e delgli ulivi oltre ai giardini di aranci, mandarini e limoni che si alternano nel retroterra. Molto attivo è il commercio che è alimentato da alcune fabbriche di laterizi, dall'industria di materiale plastico "Sicilpack" e dalle due piccole fabbriche di manufatti in terracotta.
Di notevole importanza per l'economia del luogo è anche la pesca che costituisce una delle attività più tradizionali del paese.
Per tutte le informazioni turistiche, culturali e sull'ospitalità della Citta' di Spadafora è possibile contattare la locale Pro Loco, molto attiva sul territorio per la promozione e la divulgazione delle tradizioni secolari e con diverse manifestazioni e mostre molte delle quali ospitate nelle ampie sale del castello cinquecentesco.
PRO LOCO SPADAFORA: http://www.prolocospadafora.it
Numero Sede 391.4878178
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.