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Tra Messina e Catania nascono e si diffondono i famosi biscotti chiamati ‘nzuddi. Questa bontà si presenta a forma trapezoidale e sferica di colore dorato. Sono fatti con ingredienti semplici come la mandorla, l’arancia candita, la cannella, l’albume d’uovo, la farina ecc. Come al solito anche questo dolce è stato inventato dalle suore vincenziane da qui la scelta del soprannome, venivano preparate per il 2 Novembre, oggi sono presenti tutto l’anno.

 

Ingredienti

500 gr di farina 00;

450 gr di zucchero;

5 gr di miele;

50 gr di mandorle sgusciate;

 1/2 cucchiaio di scorzette di arance candite;

5 gr di ammoniaca per dolci;

1 cucchiaino lievito per dolci;

1 pizzico di cannella in polvere;

latte, q.b.;

sale, 1 pizzico

 

Procedimento

Tostate e tritate le mandorle, successivamente spezzettate le scorze d’arancia candita. Acceso il forno fate raggiungere i 180° gradi, in una terrina versate la farina, lo zucchero, il miele, le mandorle e le scorze tritate, aggiungete l’ammoniaca, la cannella e una punta di sale. Impastate con il latte fino ad ottenere un impasto soffice.Date la forma ai vostri biscotti inserendo al centro una mandorla intera, infornare per 12/15 minuti, appena pronti fateli raffreddare.

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In Toscana per chi si trova a passare e sosta per un pranzo tipico, sicuramente per dolce avrà i cantucci e il vin santo. Qui da noi in Sicilia precisamente a Messina, vengono prodotti dei biscotti simili ma non uguali ai cantucci toscani, stiamo parlando dei famosi Piparelli. E’ un biscotto tipico del messinese e non solo, gli ingredienti fondamentali sono le mandorle, il miele di zagara e le spezie (Cannella, Chiodi di Garofano, Noce Moscata).Il suo nome deriva probabilmente dall’ultima fase di cottura che un tempo venivano cotti in stufe a legna fumanti che facevano ricordare le pipe. Alcuni pasticceri locali attribuiscono la ricetta ad una sorta di scarto di lavorazione pasticcera, quindi il recupero dei materiali seguendo vecchie ricette di origine araba. Per la sua caratteristica e il suo inconfondibile sapore, questo biscotto è stato inserito nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali. Tornando all'abinamento toscano, il nostro piparello va sempre accompagnato da un bicchierino di malvasia delle Lipari per un connubio equilibrato di sapori e sensazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Abbiamo il piacere di condividere con voi un post del Pasticcere Lillo Vinci dell'omonima pasticceria pluripremiato per i suoi eleborati."Oggi vi parlo del mio panettone, innanzitutto è realizzato con la cura meticolosa del lievito madre che viene rinfrescato tre volte al giorno con farina Dallagiovanna (molino leader nel settore dei grandi lievitati, anche con il supporto tecnico del maestro Iginio Massari) per avere un eccezionale bilanciamento tra acidi acetici e acidi lattici ( cioè quella microflora che rende il nostro delicato panettone soffice e gustoso). Il migliore burro francese (per affioramento) per dargli la giusta fragranza e morbidezza) , i canditi tassativamente siciliani e calabresi ( canditi a frutto intero) senza addizionatura di anidride solforosa ( della ditta Agrimontana), l’uvetta australiana 6 corone in bagno di brandy , il miele di acacia per conferirgli sapore e morbidezza nel tempo, il tuorlo d’uovo di categoria A ed infine gli aromi ( scorza di limone grattugiata, pasta d’arancia candita e vaniglia bourbon) per esaltare il sapore in maniera completamente naturale. CHE COSA NON USIAMO: farine premiscelate ( i cosiddetti MIX che contengono i dannosi mono e digliceridi degli acidi grassi , responsabili della pesantezza di stomaco), aromi industriali e lievito di birra. Chiediti sempre cosa stai mangiando ."

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BUONE FESTE DALLA PASTICCERIA LILLO VINCI

 

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Ci sono tanti metodi per fare il lievito madre, sicuramente tutte avranno lo stesso risultato, oggi vi illustrerò un metodo che ho potuto testare personalmente e con ottimi risultati. In un contenitore (vetro o plastica) versate 2 cucchiai di farina tipo 0 oppure 00, 2 cucchiai di yogurt bianco intero naturale,2 cucchiai d’acqua e ½ cucchiaino di miele, miscelate il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciate riposare 2 giorni, al terzo giorno aggiungete un cucchiaio di farina e uno di acqua, procedete con lo stesso metodo fino all’ottavo giorno. A questo punto il vostro lievito madre è pronto per essere usato, ricordatevi di rinfrescarlo ogni 2 giorni nel caso in cui lo tenete fuori dal frigo, oppure ogni 4 giorni in frigo. Per “rinfresco” si intende aggiungere una quantità pari di farina e acqua per mantenerlo nel tempo, buona lievitazione.

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Sembra proprio che il nostro arancino abbia origine arabe, infatti nel periodo della dominazione araba esisteva un piatto a base di riso con lo zafferano, che contornava un misto di verdure e carne. Divenne un piatto prelibato fino a quando il Re Federico II, goloso di questo timballo di riso, decise di portarselo dietro durante le sue battute di caccia e per facilitare il trasporto i suoi mastri inventarono la forma tonda con la doratura croccante. Comunque oggi sicuramente il re dello streetfood con la sua versione classica di ragù e piselli è il più conosciuto anche se in giro si trovano altre versione altrettanto buonissime. Di seguito potete aprire il link per vedere la ricetta classica offerta dal nostro partner Soloincucina.

 

Vedi ricetta 

 

 

 

 

 

 

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