L’Università di Messina, composto il dissidio con i gesuiti e vinte le discordie con Catania, inizia la sua attività nella seconda metà del 500. Primo lettore di medicina fu Gianbattista Cortesi il quale, secondo l’uso di allora, certamente insegnava anche i semplici che tuttavia non dovevano costituire il suo forte; cosa che si deduce anche da due sue opere pubblicate nel 1625 e nel 1629. Il Cortesi morì nel 1634 ed il senato di Messina chiamò nello stesso anno il romano Pietro Castelli che era stato richiesto contemporaneamente anche dall’università di Padova in qualità di Prefetto dell’Orto. Ma il Castelli preferì Messina, forse per la paga più elevata; era l’epoca in cui l’Università di Messina contendeva il primato alle più importanti Università italiane e straniere.
Pianta dell'antico Orto Botanico
Pietro Castelli, discepolo di Cesalpino era stato direttore degli Orti farnesiani di Roma e quindi, appena giunto a Messina, si premurò di sollecitare l’impianto di un Orto Botanico che allora era inteso particolarmente come collezione di piante medicinali. Egli stesso dice: < Arrivato che qui fui, considerando quanto era necessario l’Horto de’ semplici… ne feci più volte istanza all’Ill.mo Senato; finalmente mi fu consegnato il fosso fuori delle mura, tra i due ponti, lungo canne 72 et largo 24 et oltre il ponte canne¹ 200…>.
Nel 1638 viene decretato dunque la fondazione del più antico Orto Botanico della Sicilia e di uno dei più antichi Orto Botanici del mondo. I documenti più antichi di cui abbiamo notizia risalgono all’11 agosto 1638 e riguardano la paga anticipata di 100 onze per lavori murari. Nel 1639 si iniziano le colture ed in breve lasso di tempo questo Orto Botanico diventa un vero gioiello secondo le testimonianze dell’epoca. Il Castelli vi raccolse specie siciliane e specie esotiche grazie ad una organizzata rete di corrispondenti. La ricchezza di quest’orto si rivela meglio da una lettera che lo stesso Castelli scrisse a Domenico Panaroli. La descrizione dà un ‘idea della organizzazione e della ricchezza dell’antico Orto Botanico messinese al quale era annessa anche una scuola, un laboratorio ed un Museo. Quest’orto botanico aveva pianta rettangolare ed era suddiviso in quattordici settori ciascuno dei quali si divideva a sua volta in numerose aiuole. A parte le numerose specie esotiche introdotte, molte delle quali coltivate per la prima volta, uno degli aspetti più originali dell’Hortus messanensis è costituito dal criterio con il quale il Castelli raggruppò le varie specie nei quattordici settori, criterio che rivela anche le sue idee scientifiche in fatto di Botanica. Sebbene largamente influenzato dal suo maestro Cesalpino cerca di riunire sul terreno le varie specie di piante secondo un criterio di parentela che egli deduce dalle caratteristiche dei frutti e delle infruttescenze; elabora così un proprio sistema di classificazione delle piante. Il 7 luglio 1661 Pietro Castelli muore ed a succedergli il senato messinese chiama Marcello Malpighi, su consiglio del celebre Borelli. Quest’ultimo si trattenne a Messina fino al 1666, poi i suoi successori si fermarono al 1674, anno in cui iniziò la rivolta dei messinesi contro il dominio spagnolo. La rivolta si protrae sino al 1678 e Messina alla fine cede e subisce il ritorno degli spagnoli. Essi cercano di deprimere con ogni mezzo i messinesi e l’Università. A questa lotta contro la cultura non risparmiarono neanche il famoso Orto Botanico che in segno di spregio fu utilizzato come pascolo per i cavalli e come campo di coltivazione di bietole. Si racconta che poco prima del terribile sisma del 1908 era possibile vedere qualche pianta insolita nei terreni abbandonati, laddove oltre due secoli prima aveva brillato l’antico orto botanico di Messina.
¹ La canna è un'antica unità di misura italiana
Bibliografia di Aldo Merola